Ischia, il ritorno di Nettuno, il capodoglio-drago con la “cresta”
Quando è emerso, intorno alle 16, tra Ischia e Ventotene, nell’area più profonda del canyon di Cuma, i ricercatori di Oceanomare Delphis hanno sgranato gli occhi: perché quel capodoglio maschio di più di dodici metri di lunghezza è subito parso una vecchia conoscenza.
Così, capitanato da Angelo Miragliuolo, il team a bordo del Jean Gab, il cutter d’epoca che monitora i cetacei nel Golfo di Napoli, non lo ha perso un istante, dalle parti della cosiddetta fossa, l’area più profonda del canyon: fotografando le tre emersioni (tra un’immersione e l’altra, i capodogli risalgono in superficie per respirare) e seguendolo acusticamente per tre ore consecutive grazie agli speciali idrofoni in dotazione al veliero.
Un monitoraggio che ha presto dato l’atteso responso: il capodoglio è Nettuno, un esemplare già noto e censito, avvistato per l’ultima volta nel luglio 2012. Allora, come le volte precedenti, era in compagnia di altri individui maschi, all’interno di un cosiddetto “bachelor group”: stavolta, si è presentato in solitaria. Nessun compagno nei paraggi: circostanza che suggerisce ai ricercatori un probabile raggiungimento dell’età adulta. A breve potrebbe essere pronto per riprodursi, insomma.
Per il riconoscimento dell’esemplare, oltre alla pinna caudale, sono risultati decisivi alcuni dettagli: tra i più visibili delle singolari protuberanze dorsali sulla parte posteriore del corpo, fino alla coda. Qualcosa di molto simile a una cresta. Così, tra i ricercatori qualcuno ha iniziato simpaticamente a parlare di “drago” Nettuno.
E non finisce qui: l’analisi delle registrazioni acustiche dell’incontro con il capodoglio consentirà ora di stimare la lunghezza dell’individuo, attestando la sua crescita rispetto all’ultimo incontro. Come? Attraverso i click, i suoni che Nettuno ha emesso durante il fortunato pomeriggio dell’avvistamento, che il capodoglio usa per comunicare con i suoi simili ma anche per sondare l’ambiente circostante (la cosiddetta ‘ecolocalizzazione’).
Questione di mera matematica, come confermano i cetologi di Oceanomare: “Misurando l’intervallo di tempo che intercorre tra gli impulsi sonori che compongono ogni singolo click – spiega Daniela Silvia Pace, presidente di Oceanomare Delphis – possiamo stimare le dimensioni della testa del capodoglio che lo ha emesso: sapendo che la testa è pari circa a un terzo del corpo dell’animale, è possibile determinare le dimensioni attraverso l’applicazione di specifici algoritmi di calcolo. Questi metodi acustici di stima della lunghezza, assolutamente non invasivi per l’animale, rappresentano un’area di ricerca di grande interesse scientifico e possono contribuire a fornire nuove informazioni sulla biologia ed ecologia di questa specie ancora così poco conosciuta nel Mediterraneo”.
E chissà che Nettuno non si mostri ancora, nei prossimi giorni: fino a metà ottobre, Oceanomare Delphis continuerà a monitorare le acque della Campania alla ricerca di cetacei nell’ambito dell’Ischia Dolphin Project, diretto dalla cetologa Barbara Mussi, vice presidente della onlus. E non ci sono solo i capodogli (tra gli altri, attesi al varco Diogene ed Aletes) ma anche i grampi Vasari, Modigliani e
Gaudì (per i nomi si attinge all’arte e alla mitologia greca), tursiopi, stenelle e balenottere comuni. E i delfini comuni, sempre più rari. Un vero e proprio inno alla biodiversità al quale guardano ammirati i volontari, che arrivano a Ischia da tutto il mondo: Germania, Australia, Stati Uniti, Canada, Spagna. Qualcuno, tra i più fortunati, ha visto il “drago” Nettuno, capodoglio fedelissimo al mare che divide Ischia e Ventotene.
Fonte: La Repubblica