IL SETTORE FARMACEUTICO CAMPANO PRODUCE E CREA VALORI
La Ricerca di SRM presentata al Banco di Napoli
- 600 milioni di Euro di Valore Aggiunto, oltre 1 miliardo di fatturato e 2,3 miliardi di Export prodotti dalla industria farmaceutica nel Sud.
- 125 unità locali e 13.000 addetti (diretti ed indiretti) generati nel Mezzogiorno dal settore, rispettivamente il 16,5% ed il 10% circa del totale Italia.
- Il Mezzogiorno rappresenta circa il 10% dell’import-export settoriale del Paese.
- Campania tra le regioni trainanti: 270 milioni di Valore Aggiunto (il 45% del totale Mezzogiorno), 530 milioni di Fatturato (quasi il 50% del Sud) e 741 milioni di Export (un terzo del Mezzogiorno).
- Italia tra i leader Ue nel settore con un valore aggiunto pari a 9,2 miliardi di euro, in crescita del 6% e pari al 2,6% del totale del valore aggiunto dell’industria e allo 0,6% del PIL.
- Tra il 2010 e il 2015 la farmaceutica è stato il primo settore in Italia per crescita della produzione (+11% rispetto a -7% della media manifatturiera) e dell’export (+57% rispetto a +23% della media manifatturiera).
- Con 1,4 miliardi di investimenti nel 2015 (+15% rispetto a due anni fa) la farmaceutica vale quasi il 7% del totale della Ricerca in Italia, investendo il 15% del suo valore aggiunto.
- Il moltiplicatore del valore aggiunto è di 4,02 (per ogni 100 euro di produzione farmaceutica in una regione si generano ulteriori 302 euro di produzione aggiuntiva negli altri settori e nelle altre regioni) e quello dell’occupazione un valore di 6,06, a riprova delle ampie interrelazioni tra territori che caratterizzano il comparto.
Napoli, 20 luglio 2016 – È stata presentata oggi, nel corso di un convegno nella sede del Banco di Napoli, la ricerca realizzata da SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) dal titolo “Un Sud che innova e produce. La filiera Farmaceutica e delle Scienze della vita”, quarto volume della collana di studi sui settori manifatturieri di punta del Mezzogiorno. Il convegno, introdotto dal presidente del Banco di Napoli, Maurizio Barracco, ha avuto l’obiettivo di stimolare un dibattito rivolto a valutare il possibile contributo del settore dell’industria farmaceutica – con specifico riferimento all’industria di produzione del farmaco – allo sviluppo economico dei territori, analizzando i punti di forza e le aree di rischio della
produzione italiana, e quei fattori chiave che assicurino le sue potenzialità di crescita ed espansione, nonché le proposte di intervento, identificando i possibili obiettivi di politica industriale per il settore. La ricerca si inserisce negli studi di SRM su quelle filiere produttive che meglio esprimono l’idea di un Sud in grado di innovare e produrre. Il lavoro ha fornito interessanti informazioni e valutazioni delle sue caratteristiche funzionali. I diversi approfondimenti hanno consentito di ottenere una serie di conferme della sua valenza.
E’ un settore in cui produttività, retribuzioni, export e investimenti per addetti sono notevolmente superiori alla media; effetti tangibili delle opportunità che questo comparto può offrire per far vincere all’Italia la sfida della competizione internazionale. I dati evidenziano un Mezzogiorno che vanta una posizione di rilievo in ambito nazionale con fatturato delle imprese pari a oltre 1 miliardo di euro, un valore aggiunto di 600 milioni di Euro e 2,3 miliardi di export. I risultati della ricerca sono stati presentati da Salvio Capasso, Responsabile dell’area di ricerca “Economia delle Imprese” di SRM. E’ seguita la tavola rotonda dal titolo “La farmaceutica: una filiera che innova, produce e crea valore” moderata dal direttore generale di SRM Massimo Deandreis alla quale hanno partecipato: Pierluigi Petrone, Componente di Giunta Farmindustria, Roberto Scrivo, capo della Segreteria Tecnica del Ministero della Salute, Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli, Anna Ruscigno, responsabile della produzione del Polo dell’Aquila, Gruppo Dompè, Claudio Minopoli, direttore Risorse Umane di Novartis (stabilimento di Torre Annunziata-NA), Maurizio Pagliuca, COO di Altergon Italia e Amleto D’Agostino, direttore generale del Distretto Tecnologico Campania Bioscience. Il convegno si è concluso con l’intervento dell’Assessore alle Attività Produttive della Regione Campania Amedeo Lepore. Maurizio Barracco, presidente Banco di Napoli: “Continua la ricognizione precisa e dettagliata dell’industria nel Mezzogiorno fatta da SRM che con quest’ultima pubblicazione si sofferma sulla filiera farmaceutica.
Questi dati ci ricordano che il Mezzogiorno è ricco di realtà positive che il Banco di Napoli è pronto a sostenere per favorire una ripresa duratura e dimostrano che anche nel Sud sono presenti aziende con caratteristiche competitive vincenti e ben integrate nella filiera nazionale.” Francesco Guido, direttore generale Banco di Napoli: “L’incontro di oggi, che esplora le caratteristiche di una filiera estremamente innovativa, redditizia e competitiva come quella farmaceutica, fornisce la chiara percezione di come le imprese e le dinamiche imprenditoriali si stanno trasformando e orientando verso un nuovo modello competitivo basato su innovazione, dimensione e internazionalizzazione. Il settore farmaceutico è indicativo di queste tendenze che rappresentano anche le linee guida su cui si muove il Banco di Napoli fattivamente impegnato a sostenere le imprese in questo percorso che, come dimostrano i dati, è anche la via per un migliore merito di credito e un più forte legame tra banca e imprese”. Massimo Deandreis, direttore generale SRM: “Dalla ricerca emerge non solo il valore e la presenza significativa che ha questo settore nell’economia del Mezzogiorno – il 6% del ValoreAggiunto nazionale, il 10% dell’import-export, il 10% degli addetti totali – ma anche l’interdipendenza esistente e il contributo dato ai successi di tutta la filiera farmaceutica italiana: 100 euro di produzione farmaceutica nel Mezzogiorno attivano infatti ulteriori 440 euro nel resto del Paese. Le difficoltà certamente non mancano soprattutto per le trasformazioni del mercato, ma le imprese di questa filiera – anche nel Mezzogiorno – stanno dimostrando di aver ben compreso che occorre coniugare la qualità organizzativa e la capacità produttiva con innovazione, tecnologie e sperimentazione”.
Alberto Alovisi