eTWINNING : APPRENDIMENTO E INNOVAZIONE

Le emozioni e le passioni,come si sa, hanno un effetto predominante sui processi di apprendimento, di insegnamento, socialità e relazionalità. Le emozioni e le capacità intellettive, viaggiano su binari paralleli , mentre il nostro sistema educativo è prevalentemente impostato sulle cognizioni tendendo a considerare accessorie. Il processo educativo, di cui l’apprendimento scolastico è un segmento molto importante, diviene realmente significativo solo se punta allo sviluppo completo delle energie della persona che apprende, cosi come affermava la la Montessori. Nella Scuola Primaria Paritaria “San Tarcisio” di Ercolano si lavora già da tre anni con una didattica innovativa offerta dalla piattaforma “ eTwinning “, la Community delle scuole in Europa. Questa metodologia coinvolgente ed efficace rende insegnanti e studenti protagonisti di un percorso di apprendimento attuato attraverso progetti di gemellaggio. Chiediamo al Coordinatore “TIC “ (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) della Scuola non che Ambasciatrice “ eTwinning Italia “ per la Regione Campania, Cira Serio, delucidazioni in merito alla didattica “eTwinning”. Buona sera dottoressa, lei di cosa si occupa in questa scuola? “Sono il Coordinatore TIC e guido tutti gli alunni della scuola ad acquisire le competenze digitali e di cittadinanza attraverso l’attivazione dei progetti eTwinning di cui nel luglio del 2016 sono stata nominata Ambasciatrice eTwinning Italia per la regione Campania.” Cos’è eTwinning? “eTwinning è la più grande community europea di insegnanti nata nel 2005 su iniziativa della Commissione Europea. Attraverso la sua piattaforma informatica le Scuole europee attuano progetti in gemellaggio, al fine di favorire una dimensione europea della didattica, basata sullo scambio e la collaborazione in un contesto multiculturale, con numerose opportunità di formazione e un sistema di premi e riconoscimenti di livello internazionale. A livello europeo sono iscritti a eTwinning oltre 450.000 insegnanti, di cui 50.000 solo in Italia”. Come mai questa scuola ha deciso di partecipare ai progetti eTwinning? “È impossibile non innamorarsi della forza creativa e motivazionale che deriva dal senso di appartenenza a una comunità di pratica, quale è appunto quella dei docenti eTwinning. Noi siamo entrati in eTwinning nel 2013 con il progetto “”One balloon, two balloons…” (http://new-twinspace.etwinning.net/web/p102123) per il quale abbiamo ricevevuto il Quality Label come progetto di altà qualità. Da quel momento la nostra scuola non ha mai smesso di attuare progetti eTwinning per i quali ha sempre ottenuto riconoscimenti di qualità nazionale ed europea, fino ad ottenere nel 2015 il Premio Nazionale per il Progetto “A treasure chest of wisdom” (https://twinspace.etwinning.net/2360/home), ricevendo in premio una stampante 3D. La nostra scuola guida i suoi studenti a diventare artefici del loro apprendimento perché, come afferma Plutarco, “Gli studenti non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere”. In che modo si attuano i progetti eTwinning? “Dopo la registrazione del progetto, le due scuole fondatrici – a cui in seguito se ne possono aggiungere altre – utilizzano la piattaforma online per collaborare e condividere elaborati, utilizzando strumenti quali messaggistica interna, videoconference, blog, forum, chat, twinspace: lo spazio collaborativo totalmente sicuro per la privacy degli studenti. eTwinning contribuisce a formare e consolidare non solo competenze digitali, ma anche comunicative, culturali che conducono studenti ed insegnanti ad un sentimento di cittadinanza europea condiviso”. A quali progetti eTwinning la vostra Scuola ha partecipato in questo anno scolastico? La nostra Scuola quest’anno è stata impegnata in ben tre progetti eTwinning. : “Il giro d’Italia”, con partner esclusivamente italiani, “International Scratch Challenge”, un progetto sul pensiero computazionale, e per finire il bellissimo progetto sulle STEM: “Inside the rainbow”. Mentre il primo progetto è facilmente comprensibile, può spiegarci meglio gli altri due? Certamente. Il progetto “International Scratch Challenge” si basa sul pensiero computazionale e sulla programmazione visuale. Il pensiero computazionale è lo sviluppo di capacità di pensiero che contribuiscono all’apprendimento e alla comprensione. Il ragionamento logico permette agli alunni di dare un senso alle cose, analizzando e verificando i fatti attraverso un ragionamento chiaro e preciso, che si trasforma in algoritmi, ossia nella capacità di eseguire una serie di passi in un determinato ordine, per giungere ad un obiettivo. La scrittura degli algoritmi non avviene con la scrittura di un codice informatico, ma attraverso la progettazione visuale, ossia spostando e ordinando in sequenza una serie di blocchi o oggetti grafici su un monitor, come se fossero i pezzi di un puzzle. Ad ogni mattoncino corrisponde un comando, un’istruzione che non ha bisogno di essere digitata ma solo “incastrata” al blocco precedente. La programmazione visuale o a blocchi è uno strumento versatile che libera la creatività, consentendo di creare giochi, animazioni e storie interattive; è un “gioco” formativo in cui tutto quello che impari lo impari facendo. Il progetto “Inside the rainbow”, invece, ha avuto come scopo quello di avvicinare i nostri alunni, ed in particolare le nostre alunne, al mondo delle STEM. Quest termine è un acronimo che deriva dall’inglese Science, Technology, Engineering, Mathematics (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) e viene utilizzato per indicare i corsi di studio e le scelte educative volte a incrementare la competenze in campo scientifico e tecnologico. I nostri alunni, infatti, partendo da un’indagine condotta insieme sulle emozioni legate ai colori presenti nell’arcobaleno, sono poi passati ad interrogarsi dal punto di vista scientifico sul come si forma l’arcobaleno, sul perché dei suoi colori, della sua forma, facendo insieme tanti esperimenti, fino ad arrivare alla ruota di Newton. Inoltre, entrambi i progetti hanno favorito naturalmente la metodologia CLIL, in quanto gli alunni si sono continuamente interfacciati con ragazzi di altri paesi e hanno dovuto utilizzare la lingua inglese per poter comunicare e condividere il proprio lavoro, approfondendo così la conoscenza della lingua inglese attraverso altre discipline scolastiche. Quali Paesi sono gemellati con voi nei vari progetti eTwinnng? Il team del Progetto “Inside the Rainbow” (https://twinspace.etwinning.net/25061/home) è formato da Italia, Bulgaria, Polonia e Rep. Ceca. Le insegnanti della nostra scuola che hanno partecipato sono: Ursini Loredana, Coordinatore didattico della Scuola San Tarcisio, Cira Serio, Ambasciatrice eTwinning Italia per la Regione Campania, Angela De Vito, Carla Greco, Giovanna Oliviero, Mariaolimpia Petito e Rachele Scala. Per il team Bulgaro: Irena Raikova e Rangel Pantalev; per il team Polacco: Barbara Tatol e Danuta Bartkowiak-Siekańska. Per il team Italiano di Parma: Francesca Borrelli, Mara Brunazzi Celaschi e Francesca Sbarra. Per quanto riguarda il progetto sul coding “International Scratch Challenge” (https://twinspace.etwinning.net/22404/home), i team sono molto numerosi. I fondatori del progetto sono l’Italia e la Francia, guidati rispettivamente da Rosa Merolla e Oliver Reggiani. Per la San Tarcisio hanno partecipato le classi 4 e 5, insieme a me e Ursini Loredana, Coordinatore didattico della Scuola San Tarcisio. Gli alunni della nostra scuola si sono distinti moltissimo per le loro competenze computazionali tanto che con la partecipazione a Code Week abbiamo ricevuto un Certificato di eccellenza. Un altro progetto è “Il Giro d’Italia”, con soli partner italiani, a cui hanno partecipato le Classi 3 e 4, guidate da me e dall’ins. Giovanna Oliviero. “Inside the Rainbow” nasce come progetto di continuità del team internazionale sopra menzionato, che lavora insieme ormai da 3 anni, con le stesse classi e gli stessi alunni ed ha aiutato gli alunni a rispettare e vivere i valori della pace, dell’uguaglianza, della tolleranza e della libertà. La didattica eTwinning e la pedagogia Problem Base Learning (PBL) sono i binari lungo i quali sono stati condotti i nostri “eTwinner pupils” in questo bellissimo percorso. La programmazione comune e costante dei docenti dei gruppi classe del team internazionale, unita all’entusiasmo e al divertimento con cui i ragazzi di volta in volta hanno completato le varie attività proposte, hanno consentito il raggiungimento di quelle competenze che spesso risultano ostiche e noiose da conseguire attraverso le lezioni tradizionali. eTwinning è per tutti noi “Il posto più bello dove crescere”, gli alunni diventano protagonisti della loro vita scolastica e non più spettatori di una didattica, che necessita ormai di cambiare “habitus”. Questo progetto ha trovato scetticismo da parte dei genitori? “Alcuni genitori, legati ancora ad una didattica tradizionale, non riescono a percepire il cambiamento che avviene e che i ragazzi oggi devono essere partecipi e protagonisti del loro apprendimento, e ci chiedono di seguire un programma ministeriale, che ormai non esiste più da anni. Altri genitori, invece, ci dicono tutta la loro soddisfazione nel vedere che i figli si svegliano con la voglia di venire a scuola, di confrontarsi, di imparare perchè si divertono a farlo. Il motto della scuola è “Fare senza aver paura di sbagliare” e in questo modo i ragazzi vivono l’esperienza scolastica in maniera molto positiva, imparando dai loro errori. Oggi i nostri alunni si sentono pienamente protagonisti ed artefici della loro preparazione scolastica e con il nostro costante accompagnamento verso un apprendimento di tipo esperienziale, hanno sviluppato un efficace pensiero critico, che ha favorito lo sviluppo di preziose competenze socio-emotive nel campo comunicativo e collaborativo, facendo emergere il pensiero analitico e creativo di ciascuno di loro. Che cosa si aspetta da eTwinning? “Che aiuti sempre più i ragazzi ad imparare in modo creativo, a credere in se stessi, a non sentirsi mai inadeguati e a capire che alla meta prima o poi ci arrivano tutti.” Intervistiamo ora due alunne che hanno partecipato a eTwinning: Marianna e Maria Teresa e la sua mamma. Vi siete divertite con eTwinning e cosa avete imparato? “Sì tanto. Abbiamo imparato che eTwinning è un gemellaggio tra noi e gli alunni di altri paesi. Partecipando lo scorso anno al progetto “Just like me” e quest’anno ai progetti “Il Giro d’Italia”, “Inside the Rainbow” e “International Scratch Challenge” abbiamo imparato tante cose senza quasi accorgercene e soprattutto abbiamo imparato a lavorare insieme. Avete fatto amicizia con qualcuno in particolare o parlate con tutti solo del progetto? “All’inizio di ogni progetto ci presentiamo in inglese a tutti i nostri partner, poi iniziamo a lavorare insieme sul progetto e così iniziamo a conoscerci meglio. Quest’anno, però, ognuno di noi si è scelto un ‘amico di penna’ con cui abbiamo iniziato a scambiarci delle lettere, dei bigliettini augurali e dei lavoretti. Speriamo un giorno di poter incontrare di persona questi nostri nuovi amici, così come abbiamo incontrato più volte di persona l’insegnante partner Francesca Borrelli della Scuola “A. Maestri” di Parma, con cui abbiamo collaborato in diversi progetti. Chiediamo ora alla mamma di Maria Teresa cosa ne pensa dello studiare con i progetti eTwinning? Personalmente ritengo che da quando la Scuola ha iniziato a lavorare sulla piattaforma eTwinning i ragazzi, e non solo mia figlia, vengono a scuola con una forte motivazione e con tanta gioia. Non si sentono mai stanche e anche da casa più volte collaborano con le insegnanti attive sui vari progetti. A casa non fanno che parlare dei progetti e si riuniscono in gruppo per trovare idee e per realizzare disegni, cartelloni, manufatti per i loro amici di progetto. Mi sento di ringraziare la Scuola per lo splendido lavoro che sta facendo con i nostri figli e un grazie speciale va ad eTwinning che permette alle insegnanti di portare l’Europa in classe. Parlando poi con le docenti, Angela De Vito, Giovanna Oliviero, Mariaolimpia Petito, Rachele Scala e Carla Greco, tutte sono state concordi nell’affermare che il partecipare ai vari progetti eTwinning ha avuto un impatto molto positivo sia per quanto riguarda la qualità della didattica sia per quanto riguarda l’arricchimento della “professione insegnante”, rappresentando, sicuramente, un valore aggiunto. Oggi gli alunni devono, anzi vogliono essere coinvolti nella loro preparazione scolastica, ed essendo nativi digitali, il vecchio sistema d’insegnamento che prevedeva un maestro, una cattedra, gli alunni, la lavagna e i libri, ora li annoia. Sono dinamici, hanno bisogno di utilizzare i mezzi informatici, devono applicare subito la pratica alla teoria e, stimolando opportunamente la loro curiosità, tendono a ricercare da sé le risposte ai vari interrogativi che si pongono. La procedura di lavoro adottata è stata basata su un forte lavoro di squadra sia tra le insegnanti della scuola sia con le insegnanti delle scuole partner. Anche gli alunni più piccoli hanno partecipato in modo attivo grazie ad un’azione di tutoraggio da parte degli alunni più grandi, favorendo così una continuità verticale e permettendo anche ai più piccoli di acquisire una maggiore dimestichezza con la lingua inglese e con gli strumenti informatici. I risultati finali del progetto si sono registrati nel loro modo di approcciarsi alla vita scolastica, nella loro capacità di vivere le esperienze. Il ruolo di ogni insegnante è stato quello di accompagnare gli alunni in questo percorso di crescita, che ha trasformato la scuola in una comunità all’interno della quale alunni, docenti ed anche famiglie hanno giocato un ruolo da protagonisti, attori, fruitori e creatori di un percorso formativo originale, unico ed irripetibile. Parliamo ora con Suor Loredana Ursini, Coordinatore didattico della Scuola Primaria San Tarcisio. Come ha conosciuto eTwinning e quando ha deciso di far partecipare la sua scuola ai vari progetti? “Ho conosciuto eTwinning attraverso la nostra coordinatrice ICT (Information and Communications Technology) Cira Serio a cui tutti noi siamo fortemente riconoscenti per essere stata pioniera in questo nuovo percorso che mira ad una reale innovazione della didattica e che, attraverso ogni progetto eTwinning, aiuta gli studenti a raggiungere quelle competenze necessarie per formare i futuri cittadini d’Europa. Rendendomi subito conto che questa grande community europea di insegnanti, attraverso i gemellaggi elettronici tra scuole di diversi paesi europei, sta dando un contributo notevole al processo di innovazione dei modelli di insegnamento e apprendimento, ho invitato tutte le insegnanti della mia scuola a partecipare ai vari progetti ed io stessa vi ho preso parte in prima persona. L’e-learning, il team-work, il problem solving, il learning by doing, attraverso esperienze di confronto e di condivisione, hanno accresciuto la partecipazione degli alunni e hanno portato le classi ad un livello comunicativo molto più elevato. Inoltre, l’uso delle nuove tecnologie ha prodotto un valore aggiunto al processo di insegnamento/apprendimento, contribuendo a cambiare non solo le attività proposte agli alunni e le metodologie per realizzarle, ma anche l’organizzazione dello spazio e della didattica in generale, trasformando le docenti in ricercatrici del sapere insieme agli studenti. Cosa vorrebbe che diventasse questa scuola? “Il nostro obiettivo è il successo formativo di tutti i nostri alunni, un successo che si costruisce solo rendendo ognuno di loro protagonista della costruzione della propria conoscenza, desideroso di conoscere, di sperimentare. Gli alunni imparano realmente quando sono coinvolti in attività mirate, riflettono, pongono domande, identificano i problemi e ne fanno emergere altri, quando sono posti nella condizione di essere curiosi, di riflettere sul proprio pensiero e di porre continue domande a cui dovranno trovare le risposte e poi confrontare il loro pensiero con quello di altri compagni e dell’insegnante. Per imparare, quindi, non basta ascoltare ciò che dice l’insegnante, perché spesso, in questo modo, non si riescono ad immagazzinare le conoscenze essenziali. L’alunno per imparare deve anche fare esperienza, perché è proprio tramite essa che riesce a capire meglio ciò che sta imparando. Vorrei, quindi, che questa scuola fosse sempre più un grande laboratorio di innovazione didattica, contraddistinto dal coraggio di guardare sempre avanti e sempre oltre per il bene dei ragazzi che ci sono affidati”. In definitiva possiamo dire che la scuola San Tarcisio di Ercolano sta guardando al futuro e lo sta rendendo già presente nella dimensione Europea.

Gerardo Moretta