Campania – Arte, frontiere aperte: “Capolavori in arrivo per le grandi mostre”

 

Forum a Repubblica con i direttori dei grandi musei campani: scambi con New York, Vermeer e Picasso a Capodimonte, all’Archeologico “Il Tuffatore” di Paestum e riapre la sezione egizia. A Pasqua, un bus dal porto per i siti culturali

I musei come ambasciatori di Napoli e della Campania in Italia e nel mondo. Le opere d’arte come testimonial di un’offerta turistica che punta a rinnovarsi, mettendo insieme beni culturali e territorio, bellezza e sapori. I direttori dei quattro musei autonomi della Campania e la direttrice del Polo museale regionale disegnano gli scenari futuri, illustrando programmi e iniziative che a partire da marzo faranno più ricca la proposta turistica. Sylvain Bellenger (Museo di Capodimonte), Gabriel Zuchtriegel (Parco archeologico di Paestum), Paolo Giulierini (Museo archeologico nazionale di Napoli), Mauro Felicori (Reggia di Caserta) e Mariella Utili (Polo museale campano) nel corso di un forum a Repubblica hanno raccontato delle sfide che stanno affrontando e dei progetti ai quali stanno lavorando.

Sono ormai alcuni mesi che siete a lavoro. Che bilancio tracciate dei vostri primi cento giorni?
Bellenger: “A Capodimonte abbiamo recuperato un’ordinarietà, aggiustato i bagni e la rete elettrica. La cosa più difficile resta avere un’organizzazione efficiente per le 200 persone che lavorano, e per le quali spesso mancano mansioni chiare. Trovo poi assurdo che i napoletani lascino il parco ogni domenica pieno di immondizia e cartacce. Abbiamo infine chiuso l’accordo per la navetta culturale, biglietto a 15 euro: dal porto porterà al San Carlo, piazza Dante, Archeologico e Capodimonte: partirà a Pasqua, ne abbiamo parlato con Giulierini”.

Zuchtriegel: “Ho trovato criticità strutturali nel museo, ci piove dentro. E quindi presto inizieranno i lavori, e per l’occasione ripenseremo il percorso museale, tornando al progetto originario. Proprio martedì ho condiviso col comitato scientifico l’ampliamento della proposta museale al medioevo fino ad arrivare al Grand tour e allo sbarco degli alleati del 1943″.

Giulierini: “Ho trovato subito l’appoggio della soprintendente Adele Campanelli, ho avuto il vantaggio di un cda con Christian Greco, Massimo Osanna e Mariella Utili subito operativo: abbiamo appena approvato il bilancio. Entro Pasqua avremo nuovo logo e comunicazione, il 15 marzo riapriamo i giardini storici interni per ampliare i servizi, e proseguono i rapporti con le università campane per ricerche e progetti”.

Felicori: “Terrae Motus da Caserta a Tokyo”

Felicori: “In 4 mesi sono stato impegnato ad attuare il cambiamento: fare il bilancio non è stato facile, abbiamo sofferto per carenza di personale. C’è il problema enorme delle pulizie, il parco non ha manutenzione sufficiente: e il mio primo impegno è che la Reggia e i boschi siano puliti. Poi c’è da ricostruire un’immagine: per troppo tempo la Reggia è stata “le chiavi del parco a Cosentino” o “i ragazzi che fanno il bagno nelle fontane”. Ma gli abusivi li abbiamo cacciati e lavoriamo molto sui social”.

Utili: “Io in realtà ricopro l’incarico da un anno. Dopo una fasi di difficoltà, andiamo avanti. Il primo problema è la carenza di risorse umane. Tutti i musei sono stati interessati da restauri, ora lentamente si ritorna alla normalità: a me tocca, inoltre, costruire l’immagine del Polo museale campano, fatto da 28 musei e che nessuno sa cosa sia. Riuniamo siti e musei diversi in tutta la Campania, con modalità molto diverse di funzionamento provenendo da 5 istituti differenti. Spesso si ha la sensazione di essere in una trincea di resistenza”.

Napoli e la Campania sono uno straordinario scrigno di arte e cultura, da sempre con una proiezione internazionale. Quali progetti avete in corso per aumentare la circolazione delle idee e delle opere d’arte per rafforzare questa dimensione mondiale e non rinchiudere la città e la regione in se stesse, in una sorta di isolazionismo culturale?
Bellenger: “Capodimonte ha sempre avuto una proiezione internazionale. Presteremo al Metropolitan di New York nel 2018 due disegni di Michelangelo e “Il giudizio universale” di Marcello Venusti del 1549 che ripropone il capolavoro della Sistina con i nudi, e in cambio avremo da ottobre prossimo un capolavoro assoluto come “La donna con liuto” di Vermeer, che sarà per la prima volta a Napoli e resterà per tre mesi. Faremo concerti per l’occasione con il Conservatorio nelle sale del museo. A marzo 2017 avremo “Picasso a Napoli” con la “Parade”, capolavoro di 17 metri per 10. Al pittore sono dedicati altri due progetti: Picasso a confronto con Caravaggio e Carraci, e Picasso e l’antico”.

 

Il Mann nel mondo, dieci mostre tra Giappone e America
Zuchtriegel: “Ho subito detto sì al prestito della Tomba del Tuffatore all’Archeologico, come chiesto da Paolo Giulierini. Sarà una straordinaria promozione per Paestum. Oltre a ripensare al percorso museale, va valorizzata l’esposizione del nostro capolavoro, la Tomba del Tuffatore, con il recupero della fontana di Carlo Alfano che dialoga con la pittura dall’esterno del museo. Penso a Paestum come luogo del Grand tour, ai rapporti con Goethe, Piranesi, Winckelmann, Vico. Poi stiamo lavorando alla riapertura alla visita dei templi all’interno dell’edificio, un’esperienza molto particolare che portò alla riscoperta del mondo arcaico nella cultura europea del settecento e ottocento. Un percorso che sarà acessibile anche ai diversamente abili”.

Giulierini: “Con Obvia abbiamo avviato un progetto di disseminazione dell’Archeologico in città, riletto da grandi artisti contemporanei. Il 15 marzo inauguriamo “Mito e Natura” con il Tuffatore, segno di collaborazione tra i musei autonomi. Il 19 e 20 marzo aprirò i depositi di “Sing Sing” per le giornate del Fai, e con gli oggetti lì conservati, che sono pari a quelli esposti, faremo mostre in 5 città Usa e in Giappone, oggi siamo in Canada. Dagli accordi culturali legati ai prestiti dei nostri reperti sono entrati 600 mila euro: all’ingresso del museo metteremo una mappa, “Il museo nel mondo”, con un App che consentirà di vedere i filmati delle nostre opere esposte in mostre in corso all’estero. Il 28 giugno apre la Sala dei culti orientali, che presenterò domani (oggi, ndr) a Roma alla presenza del ministro Franceschini. E il 7 ottobre riapriremo la Collezione egizia, seconda per importanza in Italia solo al Museo di Torino”.

Felicori: «A Caserta si legge di più, rispetto ai due musei napoletani come Archeologico e Capodimonte, il ruolo che i beni culturali hanno nello sviluppo di un territorio. La Reggia è Caserta, e mi devo occupare anche di mozzarella, nel senso della costruzione di un’offerta che consenta al turista di fermarsi in città, dopo aver visto il complesso vanvitelliano, per apprezzare le ricchezze gastronomiche del territorio e gli altri siti culturali. In questo la Reggia e il parco sono il centro di un sistema culturale e museale. Serve una rete: Capua da sola, o l’anfiteatro campano, da soli, possono ben poco. Dal primo giugno avremo l’allestimento provvisorio di tutta la collezione, più di settanta opere che saranno ospitate nei nuovi spazi al piano nobile, liberato dall’Aeronautica militare e dalla Scuola nazionale di amministrazione. Penso che quello sarà l’avvenimento, l’evento clou dell’arte contemporanea in Italia per l’anno 2016. E poi abbiamo i cantieri in corso: in autunno libereremo il lato orientale della facciata principale, il lato nord che dà sul parco e quasi tutti i cortili interni. Ma il mio sogno è portare Terrae Motus a Tokyo, dove c’è stato l’ultimo, grande terremoto della nostra epoca, per far conoscere a quel popolo la collezione. Anzi, Terrae Motus può trascinare il sistema museale campano nel mondo: quando una mostra così rilevante va all’estero, deve essere accompagnata da un’attività di promozione del sistema cultura ed economico del territorio. Deve essere l’ambasciatore degli altri musei campani e delle produzioni di qualità e di eccellenza che esprime il territorio”.

Utili: “Napoli deve essere al centro di un flusso internazionale, non c’è dubbio. E le mostre vanno realizzate, creando un legame forte col territorio. I 28 musei del Polo sono diversi e diffusi in tutta la regione: si va dalla Certosa di Padula al museo di Maddaloni. C’è stato certo un incremento di visitatori, ma in Italia c’è la retorica del museo a cielo aperto, e spesso abbiamo attenzione solo per i numeri dei visitatori e non al tessuto culturale e sociale all’interno del quale sono inseriti i luoghi d’arte. Va perciò riallacciato il filo tra musei e città. Il Polo che dirigo è anche monumenti come la Certosa di San Martino e il Palazzo reale di Napoli, un edificio che dobbiamo riportare a uno standard museale, e ciò richiederà del tempo. Nel frattempo, entro maggio liberiamo la facciata su piazza del Plebiscito dai ponteggi e puntiamo a ripristinare il percorso di visita all’Appartamento reale”.

Dottoressa Utili, cosa cambierebbe nei musei napoletani?
“Ci sono cose che non mi piacciono nei musei e che vorrei cambiare, ma non posso, In ogni caso stiamo lavorando ad ampliare l’offerta. Oltre alla restituzione di Palazzo reale alla piena fruizione, abbiamo riaperto Villa Pignatelli e Villa Floridiana, e tanti cittadini sono tornati a visitarle e a frequentarle anche per eventi culturali. Sono rimasta molto male quando, rimesso a posto il muro della Floridianasu via Cimarosa, l’ho visto poi imbrattato da qualche buontempone. Per questo abbiamo avviato un progetto con l’Accademia di belle arti che coinvolgerà le scuole del Vomero per utilizzare quello spazio esterno come luogo di espressione di arte di strada. E dal primo marzo gli spalti di Castel Sant’Elmo saranno aperti sette giorni su sette, questo anche grazie alla ottima collaborazione con le organizzazioni sindacali”