LETTERA AL CORONA VIRUS

Certo che questo ” cacchio ” di  corona virus ” , ha cambiato la nostra vita, anche se speriamo per un lasso di tempo non troppo lungo.

Ma dico io, nun te puteve fa e fatte tuoie e startene tranquillo a campa a do stive? 

Siamo costretti a rintanarci nelle nostre abitazioni e, quella volta che usciamo per acquisti di generi di prima necessità e per andare a lavorare, chi ancora il lavoro lo possiede, ci guardiamo come ognuno di noi fossimo portatori del virus.

Non vi dico quando si sente tossire o starnutire, Madonna mia si fa il vuoto. Prima, quando qualcuno starnutiva si diceva ” salute “.

Una cosa buona hai fatto, riunire le famiglie e, in tutto questo i più felici sono i bambini che finalmente hanno visto riunire i loro genitori, hanno avuto più coccole e molti si son visti leggere favole e quant’altro,

Hanno vissuto, dico questo come se il periodo brutto sia passato, il loro perio pià bello, intuendo già che la routine della vita ritornerà presto come al solito.

Una cosa buona hai fatto caro Corona virus, hai purificato lo’aria di tutto il territorio, il traffico é quasi nullo, tranne i mezzi pubblici. le autoambulanze e quelli che trasportano i generi di prima necessità.

Sei stato capace di intasare tutti gli ospedali che, ringraziando la professionalità la passione  e lo spirito di sacrificio di tutti i camici bianchi, si é potuto  arginare la tua pericolosa avanzata.

Certo che é triste vedere questa mia bella Napoli, che é complessa ma sempre più affascinate, deserta e direi senza vita,

Mi affaccio dal mio balcone, in Corso Garibaldi e mi si stringe il cuore. Un corso trafficatissimo e pieno di vita, ma ” adda passù a nuttata.

Nun te crerere che vinci tu, no, nuie ce  piegamme, ma nun ce spezzamme. Abbiamo avuto ‘o culere, a spagnola ed altre epidemie e come tu vedi stamme ancora ca:

Quindi ti prego, e fatte la tua comparsa ora fai preste e vattenne a fa……..

Scusate il mio napoletano, spero che lo riusciate a capirlo.

Alberto Alovisi